Gianni Fiorito

 

GianLuigi Gargiulo

Napoli

ieri, oggi....

               sempre

   

 

Salvino Campos

 

Marcella Simonelli

Giampiero Assumma

 

Giampiero Assumma                       2002:  Tempo, Luogo, Metallo

Uno sguardo che prende a pretesto un luogo: l'area litoranea di Bagnoli ad ovest di Napoli, e un tempo:  gli anni che vanno dalla chiusura dell'ILVA, industria del metallo, all'inizio della bonifica. Uno sguardo che poi travalica ogni confine spazio-temporale per approdare ad una “terra  sospesa” , in cui dalla linearità della storia si giunge ad una dimensione ciclica assoluta, dove tempo-luogo-metallo diventano simboli di una condizione universale. Un contesto divenuto lentamente un microcosmo isolato dal resto della città, periferia anomala di paesaggi, case, fabbriche spente. Zone vuote e corrose dal tempo consentono agli uomini di farsi un’idea per contrasti delle città in cui vivono, poiché è proprio attraverso queste fessure anacronistiche che la memoria scivola, ricerca i suoi simboli, proietta e interiorizza le sua ferite.

 
Salvino Campos                                        2002:  Analogie   "Quartieri Spagnoli"

"L'artista, nato in Brasile nel 1970, ha dedicato principalmente al ritratto la sua ricerca, unendo all'intensità espressiva una grande partecipazione politica e sociale. Le opere esposte sono dedicate proprio a Napoli (in particolare, ai Quartieri Spagnoli) ai personaggi e ai luoghi di una città particolarmente amata. L'uso del bianco e nero nelle fotografie di SAlvino Campos rafforza la capacità di raccontare con partecipazione ed intensità, le durezze della vita quotidiana." Dalla presentazione della mostra a Napoli sul Corriere del Mezzogiorno del 14-5-2002.

 
Gianni Fiorito                             1997-1999: BAGNOLI: Cronaca di una trasformazione

Un lavoro fotografico che partendo dal 1997 arriva ai giorni nostri, documentando il lavoro di bonifica dell’area ex Italsider ma anche ciò che in questi anni è avvenuto sia dentro che fuori l’antico sito industriale, segnali di quello che potrà avvenire nei prossimi anni. Fotografie che oltre ad essere un doveroso contributo di memoria a quella che è stata la più importante esperienza industriale della città di Napoli illustrano nel dettaglio le fasi della sua dismissione: le esplosioni, gli accumuli di materiali, gli operai che ancora vi lavorano, i nuovi squarci paesaggistici che si vanno creando ma anche il lento processo di riacquisizione da parte della società civile di questi spazi cittadini, quindi: raduni giovanili e megaconcerti; visite organizzate nell’ex fabbrica; cortei di carnevale con bimbi che sfilano vestiti nuovi mestieri; artisti che lavorano nell’area industriale e gente che ritorna a bagnarsi e prendere il sole sulle spiagge di Bagnoli. Immagini che illustrano ciò che è stato e lasciano immaginare quello che potrà essere a testimonianza che le trasformazioni non avvengono mai con tagli netti ma sono commistioni, a volte caotiche, di svariate esperienze, come la vita.

 
GianLuigi Gargiulo                        1970: Immagini dal Rione Traiano

"Il Rione Traiano è un grande "ghetto" alla periferia occidentale di Napoli; ha circa 55.000 abitanti, con una percentuale di minori del 60%!. Un rione dormitorio, che si differenzia da quelli delle città settentrionali per l'alta percentuale di disoccupati, sottoccupati, lavoro nero, lavoro minorile. Un ammasso di persone senza una comune coscienza, anzi, in continuo contrasto, per una forma di razzismo che crea nel "ghetto" tanti "sottoghetti". E' assurdo ma è cosi'!"  (dalla presentazione delle foto all'Atelierphoto70 di Napoli nel 1971)

link:  www.gianluigigargiulo.com

 
Marcella Simonelli                                       1998:  Ossessione Vesuvio

Il Vesuvio e il golfo

Il Vesuvio e il mare

Il Vesuvio e le case

Il Vesuvio e il sole, o la nebbia, o le nere nuvole.

Ogni giorno la stessa inquadratura, ogni giorno un paesaggio diverso. 

Oggi è sereno nella sua immobilità, quasi un dio benevolo e protettore;

oggi accoglie nel suo abbraccio la città che si protende verso di lui;

ora incombe su di essa ed annulla ogni altra visione;

ora si erge dalla bruma, solo, maestoso, senza null’altro attorno a disturbarlo.

Appare all’improvviso, in uno scorcio inatteso,

o si ammanta di foschia, sottraendosi allo sguardo.

Ma pur mutevole o nascosto alla vista, la sua presenza si percepisce in ogni istante perché è parte dell’anima di questa terra, al pari della creatività di cui essa è impregnata e che il Vesuvio con la sua natura simboleggia.