Foto Panoramica di Napoli di G. Brogi 

databile 1905 - 1907

misura originale 19,2 x 195 cm

composta da n. 8 foto circa cm. 19,2 x 24,5 ciascuna

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

     

Retro di fotografie di Brogi

 

Intestazione e firma in foto panoramica

 

     

Altre immagini di Brogi su Napoli

 

Naples - Grand Hôtel - Le Jardin d'hiver. ca. 1900,

Albumine vintage print, 25,4 x 19,8 cm,

 photograph no. 5647.

 

Panorama preso da San Martino. ca. 1890,

Albumine vintage print, 25,5 x 20 cm,

photograph no. 5244.

 

Strada Santa Lucia. ca. 1900,

Albumine vintage print, 25,3 x 19,9 cm,

photograph no. 6471.

 

Strada Santa Lucia e Castel dell' Ovo. ca. 1890,

Albumine vintage print, 25,5 x 20 cm,

photograph no. 5009.

 

Teatro s. Carlo,  ca. 1895,

Albumine vintage print, 25,3 x 19,8 cm,

photograph no. 5201.

 

Via Caracciolo (veduta animata con pescatori che

tirano le reti). ca. 1895,

Albumine vintage print, 25,3 x 19,7 cm,

photograph no. 5605a.

 

Villa del Popolo e Castello Sant' Elmo. ca. 1895,

Albumine vintage print, 25,2 x 19,5 cm,

photograph no. 5005. e 5600

 

Giacomo e Carlo Brogi.

Giacomo nacque a Firenze il 6 aprile del 1822 da Carolina Porri e Gaetano Brogi, che esercitava il mestiere di cocchiere. Giacomo si impiegò ancora bambino nello stabilimento dell’editore Battelli e frequentò la scuola dell’incisore Perfetti. Costretto  dalla necessità, si impiegò subito come ritoccatore di stampe presso il calcografico Achille Paris (che divenne poi a sua volta fotografo). Nel 1846 sposò Enrichetta Baldelli di Montesansavino. In quel periodo eseguiva numerosi lavori di ritocco su commissione del figlio dell’editore Bardi, Luigi, ed iniziò la sua collezione di incisioni.

Acquistò un piccolo torchio litografico e cominciò a stampare per suo conto vignette, etichette, stemmi,indirizzi ecc. Grazie a questa attività cominciò a guadagnare bene e raggiunse anche una certa notorietà. Intuendo il successo commerciale che avrebbe avuto i ritratti, entrò in contatto con un fotografo ritrattista per fargli riprodurre la sua collezione di incisioni e per commissionargli ritratti di persone celebri da inserire negli stemmi stampati da lui. Fra il 1856 e il 1859 si deside alla vendita di fotografia, finché decise di apprendere l’arte di fotografare e di mettere su una ditta fotografica per suo conto con un capitale di mille lire toscane.   La prima sede fu al Lungarno delle Grazie 15; nel 1864 il laboratorio Brogi si estese fino ad occupare dei locali in Via dei Tintori 79, ed altri come magazzini in Via Tornabuoni 1.

Giacomo Brogi raggiunse ben presto fama nazionale soprattutto per i ritratti, le riproduzioni di opere d’arte, vedute, monumenti fotografati nelle varie regioni d’Italia. Una delle sue campagne memorabili fu quella che svolse in Terra Santa, grazie alla quale mise a punto un “Album della Palestina”, con testo in italiano e francese, scritto come un diario e con ampie descrizioni delle città di Jaffa, Betlemme, Gerico. Ne donò una copia a Pio IX e una al re Vittorio Emanuele. Anche con Umberto I stabilì buoni rapporti tanto che fu nominato fotografo del re nel 1878. Nel 1979 aprì una filiale a Napoli e la diede in gestione a Negenborn che vi impegnò dei capitali ed a Ernesto Bockwinkel (poi Bowinkel) che l’amministrò e ne guidò le campagne fotografiche a Napoli e dintorni; la prima sede fu in via Chiatamone 19, e poi a P.za dei Martiri 61-62 e successivamente nella stessa piazza al n. 24-25. Probabilmente la ditta Brogi aveva svolto una campagna fotografica a Napoli già prima del 1879; un’altra certamente la svolse fra l’ottanta e l’ottantasei (cat. 1889), una intorno al 1895 e una nel primo decennio del nuovo secolo. (cat. 1912). Giacomo morì nel 1881; la sua attività fu continuata dai figli Alfredo, che si interessava della parte amministrativa, e Carlo, come già detto, si occupò attivamente dei problemi legali inerenti la fotografia, curando una folta pubblicistica in materia. Lanciò una campagna di propaganda per sensibilizzare l’ambiente fotografico al problema della tutela legale della fotografia e raccolse numerose adesioni dai maggiori professionisti dell’epoca fra cui Sommer a Napoli e Naya a Venezia. Fu inoltre amico del Mantegazza con cui collaborò curando la documentazione di opere di carattere antropologico. A sua volta il Mantegazza scrisse la presentazione al famoso volumetto di Brogi “Il ritratto in fotografia” del 1895.

Carlo Brogi fu poi socio, e per qualche tempo vicepresidente, della Società Fotografica Italiana, al cui “Bullettino” collaborò spesso fornendo testi o immagini da pubblicare. Alla fine del secolo, con il passaggio alla seconda generazione, si ha una svolta anche all’interno della produzione: accanto ai soggetti consueti (vedute, monumenti, opere d’arte) nella documentazioni di alcune regioni vengono incrementati i soggetti di carattere folclorico-antropologico con riprese di scene di vita popolare colte dal vero. Si introducono poi tipi di stampa più sofisticata, soprattutto nei ritratti, in particolare la stampa al carbone, alla gomma ecc. Il fondo Brogi è stato incamerato dagli archivi Alinari nel 1956-57. 

 

Dal volume:    “Immagine e città – Napoli nelle collezioni Alinari e nei fotografi napoletani fra ottocento e novecento”.  Gaetano Macchiaroli editore - 1981

 

La fotografia panoramica di G.Brogi appartiene alla raccolta di GianLuigi Gargiulo