Retro (detto anche verso) delle fotografie di antichi  fotografi in Napoli
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"....Le scoperte di Daguerre e Talbot, pur suscitando immediatamente a Napoli la curiosità e l'interesse dei giornali, del mondo scientifico e della parte di società più colta ed evoluta, non produssero, come ci sarebbe potuto attendere, alcun altro effetto o conseguenza a livello locale. Passato il momento della curiosità, dell'esame e dello studio dell'invenzione, delle sue possibili applicazioni, della sperimentazione e dimostrazione pratica effettuata in pubblico, la cosa ritorno sulle pagine della stampa a livello di notizia, senza che si aprisse un solo studio fotografico, come era avvenuto in altre città del continente. Si dovette attendere la meta degli anni '50, da quel fatidico 1839, perché anche Napoli avesse i suoi ateliers e le sue prime immagini scattate sotto il suo caldo sole ed il suo terso cielo.

Furono ancora una volta gli stranieri a scendere nel Mezzogiorno d'Italia per iniziare un'attività professionale che si presentava favorevole e ricca di prospettive e guadagni. Costoro giunsero nella capitale delle Due Sicilie tra il 1855 e il 1859. Non sappiamo ancora chi fosse il primo, forse il francese Alphonse Bernoud, divenuto fotografo ufficiale della famiglia reale dei Borbone, ma per qualcuno di loro si ha la certezza che fosse attivo a Napoli già tra il 1856 ed il 1857. Il già citato Bernoud e Grillet francesi, Conrad, Rive, Sommer tedeschi, questi i nomi di coloro che introdussero la nuova arte a Napoli. Di tutti il più conosciuto l'ultimo, forse perché fu quello che vi lavorò più a lungo, sino al primo decennio del nostro secolo, e perciò la sua produzione e vastissima. Ad eccezione di Grillet, che si dedico esclusivamente al ritratto, gli altri quattro trattarono ogni specie di fotografia: ritrattistica, vedutistica, di genere, artistica, lavorando in ogni formato, dal grande al gabinetto, dalla carte de visite allo stereoscopico, questi due ultimi i preferiti da Conrad.

Agli stranieri si aggiunsero presto gli italiani. Tra i napoletani i fratelli Enrico e Michele Amodio, poi il solo Michele alla morte di Enrico; Giacomo Arena e Carlo Fratacci, quest'ultimo attivo prima del 1860 e premiato con medaglia d'oro all'Esposizione di Londra del 1862 e con menzione onorevole a quella di Parigi di cinque anni dopo; Luigi Guida, che partecipò nel 1867 all'Esposizione Universale di Parigi; Luigi Lamarra e Buonaventura Lauro, entrambi presenti all'Esposizione di Vienna del 1873 e Lauro anche a quella di Parigi del 1878; Achille Mauri di Foggia, ove aveva iniziato ad operare intorno al 1860 per poi trasferirsi a Napoli ove rimase sino alla morte; la Fotografia Pompeiana; Felice Ricca, presente all'Esposizione parigina del 1867, e tanti altri. Per lo più costoro si dedicarono al ritratto e solo eccezionalmente alla vedutistica, eccezion fatta per Amodio e Mauri impegnati in tutti i generi e saltuariamente Guida e la Pompeiana. Quest'ultimo impressionò sulle sue lastre lavori pubblici, feste e simili avvenimenti; Guida curò fotografie di genere di località della Campania, moltissime di Capri e un pò di vedute. Achille Mauri acquistò con grande senso degli affari da Bernoud, al suo rientro in patria, l'intero atelier in via Toledo con tutto il materiale contenuto. Trasferitosi da via Chiaia nei nuovi locali, non si vergognò di ristampare con il suo nome le lastre del suo accreditato collega.

Aprirono succursali a Napoli, dopo aver iniziato 1'attività in altre città italiane, i fratelli Alinari e Giacomo Brogi di Firenze; Luigi Montabone di Torino; Raffaello Ferretti di Ferrara e altri. Costoro si dedicarono al ritratto, con 1'eccezione di Brogi e degli Alinari, che spaziarono in tutti i generi e in tutti i formati, seguendo la moda imperante delle vedute della città e della generalizzazione del folclore, anche il più deteriore, ad uso e consumo dei turisti….”

 

Dall’Articolo di Gaetano Fiorentino dal libro NAPOLI 1855-1880 dello stesso autore edito da Edizioni Scientifiche Italiane – © 1994